I nei (o nevi) sono proliferazioni benigne di melanociti (le cellule che producono la melanina, cioè il pigmento della pelle) e si presentano generalmente come macchie o piccoli rilievi di colore variabile dal rosa al marrone scuro, talvolta fino al nero. Possono localizzarsi in qualunque parte del corpo, sulla cute o sulle mucose (labbra, cavo orale, genitali), persino sulla congiuntiva e sulla sclera dell’occhio.
I nei possono essere congeniti, cioè presenti fin dalla nascita (10-15%), ma nella maggior parte dei casi sono acquisiti, cioè compaiono nel corso degli anni.
La visita dermatologica per il controllo dei nei dovrebbe essere per ognuno di noi un appuntamento fisso, almeno una volta all’anno, per sorvegliare eventuali nei atipici e soprattutto per la prevenzione e la diagnosi precoce del melanoma, il tumore maligno della pelle che origina dai melanociti.
Nel corso della visita lo specialista esamina la pelle con il dermatoscopio, o microscopio ad epiluminescenza, uno strumento che consente, in maniera semplice e non invasiva, l’analisi delle strutture pigmentarie e vascolari presenti sulla superficie cutanea. Questa metodica permette non solo di diagnosticare circa il 20% di melanomi in più rispetto al solo esame clinico, ma anche di evitare molte asportazioni chirurgiche non necessarie (per esempio di formazioni benigne).
Il melanoma registra in Italia circa 9.000 nuove diagnosi ogni anno, ma grazie alla diagnosi precoce, oggi possibile grazie alla dermatoscopia, si riescono a salvare l’80% dei malati che, con la sola escissione chirurgica della lesione, risolvono definitivamente il problema.
Quando dobbiamo preoccuparci?
E’ buona abitudine consultare uno specialista dermatologo (oltre ai controlli di routine annuali) quando si osserva un neo diverso dagli altri (teoria del “brutto anatroccolo”) oppure se ci accorgiamo della comparsa di una nuova macchia che cresce rapidamente (in poche settimane o mesi).
Per poter cogliere il prima possibile questi segnali sulla nostra pelle è importantissimo l’autoesame periodico: ciascun paziente dovrebbe cioè tenere sotto osservazione tutte le lesioni neviche attraverso un autocontrollo da eseguire ogni 3 mesi circa così da poter segnalare al dermatologo tempestivamente un qualsiasi cambiamento o la comparsa di una lesione sospetta.
Quali sono le persone più “a rischio”?
Ciascuno di noi può sviluppare un melanoma. Tuttavia il rischio è maggiore per le persone con le seguenti caratteristiche:
- Pelle, capelli e occhi chiari; pelle maggiormente sensibile al sole
- Precedenti eritemi solari, soprattutto nell’infanzia o nell’adolescenza
- Utilizzo frequente di lampade abbronzanti
- Casi di melanoma personale o familiare
- Nevi di forma, dimensioni e colore vari e atipici
Miti da sfatare
- I nei sottoposti a traumatismo (graffi, escoriazioni, abrasioni) devono essere asportati perché possono trasformarsi in melanoma: dati in letteratura smentiscono questa affermazione e dimostrano che i nei sottoposti a traumatismo hanno lo stesso rischio di trasformazione di tutti gli altri nei diffusi sul resto del corpo.
- Asportare chirurgicamente un neo è pericoloso: è una falsa credenza popolare del tutto sbagliata e fuorviante. L’asportazione chirurgica di un neo sospetto determina una diagnosi di certezza e nella maggior parte dei casi risolve il problema.
- I nei devono essere protetti con protezioni solari più alte rispetto al resto del corpo: niente di più sbagliato! Dati della letteratura dimostrano che il melanoma nell’80% dei casi non insorge su un neo, ma sulla pelle non interessata da formazioni neviche. E’ quindi necessario proteggere con filtri solari adeguati tutta la superficie cutanea.